Petrademone

Il nome del nostro allevamento vuole ricordare l'antico Comune che sorgeva sul monte che domina la località Pratarone, nel Parco dei Monti Lucretili.

Il comune di Petra Demone si trovava nell' attuale località detta Cima di Coppi, nel territorio del comune di Scandriglia, in Sabina. Sulla cima di questo monte nell'antichità era praticato il culto di Giove come attesta un'epigrafe rinvenuta sulla cima nel 1767 dedicata appunto a Giove Cacuno (Giove delle cime). Si pensa che con l'avvento del cristianesimo il luogo dove si praticava il culto pagano venisse denominato Petra Demonis. Altri invece sostengono che il nome Petra Demone derivi dalla presenza sulla cima del monte di un particolare tipo di pietra rossa, la pietra scaglia. Ecco come la tradizione racconta la caduta del tempio dedicato a Giove Cacuno: La protagonista è Santa Barbara, che nacque a Nicomedia (Turchia) nel 273 d.C. Seguì il padre Dioscoro presso la villa di Scandriglia, dopo che fu richiamato a Roma dall'Imperatore Massimiano Erculeo, il quale gli donò vasti possedimenti in Sabina per le sue doti militari ed il fanatismo nella religione pagana. Dioscoro fece costruire una torre per difenderla e proteggerla durante le sue assenze. Il progetto originario prevedeva due finestre, diventate tre per il desiderio della ragazza, che aveva disegnato la croce cristiana nella vasca da bagno, dove la tradizione afferma che avesse ricevuto il battesimo per la visione di S. Giovanni Battista.

La sua manifestazione di fede provocò l'ira di Dioscoro; essa allora si nascose nel bosco, nei pressi della roccia indicata come il riparo di S.Barbara in località "le scalelle". Fu, però trovata per la spiata di un pastore lì presente (racconta la tradizione che il pastore fu trasformato in cane ed il gregge in grilli). Dioscoro la consegnò al prefetto Marciano con l'accusa di adesione alla religione cristiana. Durante il processo, iniziato il 2 dicembre 290, la giovane donna difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciarela Fede Cristiana: fu così torturata e graffiata mentre cantava le lodi a Dio. Il giorno dopo aumentarono i tormenti ed il 4 dicembre, letta la sentenza di morte alla vergine, Dioscoro le prese i capelli raccolti in treccia e vibrò il colpo di spada per decapitarla. Il cielo si oscurò ed un fulmine colpì Dioscoro; con lui cadde il culto degli dei e degli idoli, praticato nella località che fu chiamata Petra Demone. D'allora in poi si perdono notizie della località fino al 974, anno in cui l'abate San Domenico di Sora si ritirò a Petra Demone e lo utilizzò come eremo. San Domenico però fu seguito da molti monaci benedettini e così fondò un monastero.

Ma accadrà che, durante tutta la vita di San Domenico, ogni qualvolta avrà trovato la pace nella sua vita eremitica, sarà chiamato a diffondere la parola di Dio tra la gente ed a compiere importanti costruzioni di monasteri. Scoperto nella sua santità dagli abitanti della zona, inizia a tracciare quell'importante solco della rievangelizzazione delle terre dell'Italia Centrale, caldeggiata e sostenuta almeno da due Pontefici: Giovanni XV e Giovanni XVIII. E' proprio Giovanni XV che autorizza la costruzione del monastero di San Salvatore, presso Scandriglia (RI), richiesta al Santo da Uberto, marchese della Sabina. Ultimata l'opera e messovi a capo un monaco di provata fiducia, Domenico, insieme a Giovanni, parte per un viaggio e si ferma sul monte Pizi (identificato con i monti Pizi, a sud - est del massiccio della Maiella, in provincia di Chieti). Vi costruisce una chiesa della SS. Trinita e due sedi per monaci eremiti (individuati a Pizzoferrato (CH), per alloggiarvi. Mentre l'abate Domenico era quindi impegnato a fondare altri monasteri benedettini l'insediamento monastico di Petra Demone si trasforma in un castello.

Nel 1011 il conte di Sabina Ottone dona il castello di Petra Demone all'abate Guido di Farfa. Il castello diviene così di proprietà della grande abbazia di Farfa. Arriviamo così al XII secolo, periodo in cui l'importanza di Petra Demone aumenta, con l'acquisizione di casali, vigneti e privilegi concessi dall'abate Guido a compenso della fedeltà dimostrata all'abbazia di Farfa dagli abitanti del castello.

Nel 1318 finalmente la comunità di Petra Demone si costituisce in libero comune sotto la protezione dell'abbazia di Farfa, nomina un procuratore perchè abbiano fine le ostilità, vengano ripristinati i diritti e si ristabilisca la pace con le comunità vicine di Civitella e Percile, feudi della famiglia Orsini. E' questo il momento di massimo splendore raggiunto da Petra Demone, le cui pertinenze si estendono per un circuito di 18 miglia. Una visita pastorale del 1343 segnala, all'interno del castello di Petra Demone, la presenza di quattro chiese e tre cappelle, così come nei registri del sale risulta tassato per dieci rubbia mentre rispettivamente per 3 e 5 rubbia sono tassati i centri vicini di Civitella e Licenza. Petra Demone è menzionata per l'ultima volta nei registri dell'abbazia di Farfa nell'anno 1448, ove è tassato su 5 rubbia di sale, indice di un notevole calo di popolazione che si concluderà con l'abbandono definitivo. Nel 1587 la abbazia di Farfa rivendicava con un processo il castello ormai diroccato ed il suo territorio. Non sappiamo precisamente perché Petra Demone fu abbandonata. Sappiamo però che seguì la sorte di diversi altri Castelli e Comuni nell'Italia centrale.

Probabilmente l'inizio della decadenza si può collocare nel 1348, anno in cui la peste devastò l'Europa intera. Dell'antico tempio a Giove Cacuno oggi rimane solo un'epigrafe, del Castello e del comune di Petra Demone rimangono solo pochi basamenti di pietra sulla cima della montagna su cui il castello si collocava. Oggi è un luogo immensamente suggestivo, da li si dominano le valli circostanti con una vista a 360° I pochi resti dell'antico Comune di Petra Demone si trovano in un' area naturale protetta, e costituiscono un posatoio per la coppia di aquile che nidificano sul vicino monte Pellecchia. L'anima dell'antico e fiero comune di Petra Demone guarda dall'alto e veglia su di noi ed i nostri cani.

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